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Obama, via libera al new deal verde

"Crisi, agire subito per posti di lavoro"

2009-01-26

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CORRIERE della SERA

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2009-01-26

entro il 2011 migliori standard di efficienza sul fronte dei consumi dei carburanti

Obama, via libera al new deal verde

"Crisi, agire subito per posti di lavoro"

Revisione delle leggi di Bush: la California e altri 13 Stati potranno fissare limiti più severi sui gas di scarico

Barack Obama (Ansa)

Barack Obama (Ansa)

WASHINGTON - Rivoluzione in arrivo per il mercato automobilistico mondiale. Il presidente Obama ha ordinato all'Environmental Protection Agency, l'agenzia americana per la protezione dell’ambiente, la revisione delle leggi dell’amministrazione Bush in materia energetica, autorizzando la California e altri 13 stati dell'Unione a fissare standard più severi sui gas di scarico delle automobili e sull'efficienza energetica, come chiesto all'epoca da un gruppo di governatori guidati da Arnold Schwarzenneger, fortemente critici verso la politica ambientale dell'ex presidente, che però aveva respinto la richiesta. La California intende ridurre le emissioni del 30% entro il 2016: si tratta del più ambizioso impegno statale o federale per contrastare il riscaldamento globale.

LOTTA PER IL CLIMA - Obama ha dato poi istruzione al dipartimento dei Trasporti di definire entro marzo gli standard di efficienza dei carburanti che entreranno in vigore nel 2011 per le auto costruite tra il 2011 e il 2015. In pratica le auto dovranno consumare meno e quindi emettere meno sostanze inquinanti. Il memorandum del presidente dà anche indicazioni all'agenzia di riconsiderare le modalità in cui tali standard vengono definiti per gli anni a seguire. "È tempo per l'America di condurre la lotta ai cambiamenti climatici - ha detto il neopresidente -. È necessario avere il coraggio di apportare i cambiamenti necessari, in modo che sia la politica stessa degli Stati Uniti a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio prodotto all’estero. L'America - ha concluso - non sarà ostaggio della diminuzione delle risorse energetiche, dei regimi ostili e del riscaldamento del pianeta". Obama ha ricordato inoltre che entro il 2020 - come deciso dal Congresso - le auto dovranno essere in grado di percorrere in media 35 miglia a gallone, cioè circa 15 chilometri con un litro.

CONSEGUENZE - La misura, che è stata fortemente osteggiata dall'industria automobilistica, imporrà dunque alle aziende di produrre e vendere auto meno inquinanti. Dal punto di vista politico, l'annuncio rafforza la sensazione di una netta svolta rispetto all'amministrazione Bush su tutti i principali temi: sicurezza e politica estera (con il piano del ritiro dall'Iraq e l'ordine della chiusura di Guantanamo), politica interna (con l'abolizione della legge che vieta i finanziamenti alle Ong che promuovono l'aborto) e ora ambiente. "Voglio essere assolutamente chiaro - ha detto il presidente -: il nostro obiettivo non è di porre nuovi ostacoli a un'industria già in pesanti difficoltà; è di aiutare i costruttori americani a prepararsi per il futuro. Infine vogliamo chiarire al mondo che l'America è pronta a dirigere. Per proteggere il nostro clima e la nostra sicurezza collettiva, dobbiamo organizzare una vera coalizione globale, in modo da garantire che paesi come la Cina e l'India facciano la loro parte, come noi vogliamo fare la nostra".

UE: LAVORARE INSIEME" - Il new deal ambientale annunciato da Obama trova una calda accoglienza in Europa. "Gli Stati Uniti ci hanno assicurato che lavoreranno con noi per raggiungere un accordo globale alla conferenza di Copenaghen sul clima (organizzata dall'Onu a dicembre, ndr), Obama ha già detto che intende ridurre i gas nocivi dell'80% entro il 2050" ha detto il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, durante la presentazione del rapporto McKinsey sugli obiettivi "20-20-20". La Commissione presenterà mercoledì un nuovo piano sul clima che prevede "un aumento graduale degli investimenti mondiali per ridurre le emissioni di gas serra".

NUOVI POSTI DI LAVORO - Durante la conferenza stampa alla Casa Bianca sulle strategie energetiche, Obama ha parlato anche della crisi economica. La nuova ondata di licenziamenti, che segue quelli annunciati da Microsoft e Intel la settimana scorsa, "dimostra la gravità della situazione e la necessità di creare nuovi posti di lavoro - ha sottolineato -. Bisogna agire rapidamente, non possiamo permetterci di perdere tempo". Obama ha citato i casi di Home Depot, Microsoft e Sprint fra le aziende che hanno tagliato la forza lavoro.

REAZIONI POSITIVE - Le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore la svolta "verde" della Casa Bianca. "Queste azioni sono una chiara dimostrazione che il presidente Obama riconosce l'urgenza di far muovere l'America verso l'energia pulita e di affrontare la crisi climatica nel 2009" ha detto Frances Beinecke, presidente del Natural Resources Defense Council. La senatrice californiana Barbara Boxer, che presiede il Comitato del Senato sull'Ambiente e i lavori pubblici, si è impegnata a lavorare con l'Epa per garantire che la deroga per la California venga attuata rapidamente. Secondo Legambiente, le decisioni annunciate da Obama in materia di efficienza energetica nei palazzi governativi e sui gas di scarico delle automobili "sono un ottimo incentivo per l'Unione Europea a insistere nella sua lotta contro la crisi ambientale ed economica del pianeta. L'Europa porti avanti con coraggio il suo piano post-Kyoto: tagli alla Co2 del 30% si possono e si devono fare" afferma il vicepresidente Sebastiano Venneri. Questo infine il commento di Ermete Realacci, ministro ombra dell'Ambiente del Pd: "Il governo Berlusconi cosa fa? Ci auguriamo che arrivino proposte in tal senso in tempi brevissimi sia per dare una chance di rilancio alla nostra economia sia per non lasciare definitivamente al palo l'Italia".

26 gennaio 2009

REPUBBLICA

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2009-01-26

Il presidente conferma il via libera alla California sui limiti alle emissioni auto

"La dipendenza dal greggio estero e il clima minacce immediate alla sicurezza nazionale"

Rivoluzione ambientale di Obama

"Meno petrolio e più efficienza"

Rivoluzione ambientale di Obama "Meno petrolio e più efficienza"

Il presidente Usa Barack Obama

WASHINGTON - L'uscita degli Stati Uniti dal tunnel della recessione passa in buona misura dalla riconversione ambientale della sua economia. Lo ha ribadito il presidente Barack Obama illustrando alla Casa Bianca i dettagli del suo piano per un "new deal" verde. Punti essenziali del programma d'intervento, ha spiegato il presidente, sono "l'indipendenza dell'America dal petrolio straniero", "l'approvazione entro marzo degli standard di efficienza energetica per i veicoli in vigore dal 2011" e il via libera all'Epa, l'agenzia per l'Ambiente Usa, affinché "la California possa fissare i suoi limiti alle emissioni di CO2 della automobili".

Si tratta di provvedimenti in buona parte promessi in campagna elettorale e anticipati anche oggi dal New York Times che dopo la svolta sui diritti e Guantanamo, segnano una totale inversione di rotta della nuova Amministrazione rispetto agli otto anni di George W. Bush anche in materia di ambiente e lotta ai cambiamenti climatici.

Da questo punto di vista è significativo, in particolare, l'annuncio sulla legge per le emissioni auto della California. Da diversi anni è in corso infatti un braccio di ferro tra lo Stato guidato da Arnold Schwarzenegger e il governo federale, dopo che il primo ha tentato invano di imporre sulle sue strade vincoli stringenti sulle emissioni di CO2 delle vetture incorrendo nei veti del secondo, dettati dalla lobby delle case automobilistiche. Ma se quello con la California è il contenzioso più clamoroso, nella stessa situazione si trovano altri 13 Stati frustrati sino ad oggi nei loro sforzi ambientalisti dall'ostruzionismo di Bush.

La dipendenza dal petrolio straniero e il riscaldamento globale, ha ammonito Obama, rappresentano minacce impellenti alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Per questo - ha aggiunto - vogliamo ribaltare la situazione: non posso promettere una soluzione rapida, ma i giorni in cui Washington trascinava i piedi sono finiti". "La mia Amministrazione - ha detto ancora il presidente riferendosi ai cambiamenti climatici - non negherà i fatti, si farà guidare da questi".

"Voglio essere assolutamente chiaro - ha sottolineato ancora Obama parlando del settore automobilistico - il nostro obiettivo non è di porre nuovi ostacoli ad una industria già in pesanti difficoltà; è di aiutare i costruttori americani a prepararsi per il futuro". Entro marzo dovrebbe quindi essere approvato un regolamento transitorio, a lungo rinviato da Bush, che a partire dal 2011 fisserà i vincoli che dovranno portare le case automobilistiche a costruire entro il 2020 mezzi in grado di percorrere mediamente 35 miglia a gallone, cioè circa 15 chilometri con un litro.

"Infine - ha concluso il presidente - vogliamo chiarire al mondo che l'America è pronta a dirigere. Per proteggere il nostro clima e la nostra sicurezza collettiva, dobbiamo organizzare una vera coalizione globale...., in modo da garantire che paesi come la Cina e l'India facciano la loro parte, come noi vogliamo fare la nostra".

(26 gennaio 2009)

 

 

 

 

 

E' il leader mondiale dei veicoli da cantiere e delle macchine per movimentazione

ma altre grandi imprese hanno annunciato tagli per oltre 60 mila posti

Caterpillar licenzia 20mila persone

'Insufficiente il new deal di Obama'

Caterpillar licenzia 20mila persone 'Insufficiente il new deal di Obama'

NEW YORK - Caterpillar inc., il colosso nordamericano leader mondiale nella produzione di scavatori e macchine per movimentazione, che produce anche turbine e motori diesel per usi disparati, ha annunciato il taglio di quasi 20mila posti di lavoro. La casa con sede a Peoria, Illinois, taglierà 12 mila dipendenti, pari all'11 per cento della propria forza lavoro, e 8 mila contratti a termine. Diciassettemila persone saranno di fatto messe fuori, altre duemilacinquecento passeranno ad altre aziende.

Secondo quanto dichiarato dal portavoce della compagnia, Jim Dugan, la compagnia ha mancato le stime di profitto del 41 per cento, l'utile netto è sceso del 32 per cento a 3.500 dollari. Quest'anno, le vendite, quest'anno, potrebbero calare del 22 per cento, dai 46 miliardi di dollari del 2008 - che valgono alla compagnia il 50° posto tra le società americane, secondo la classifica Fortune - a un valore stimato intorno ai 40 milioni.

Decisivo, secondo quanto dichiarato dai rappresentanti della Caterpillar, l'ultimo quadrimestre, nella quale sono venuti meno contemporaneamente gli ordini dal comparto dell'energia e dell'industria mineraria, e da quello dell'edilizia e delle infrastrutture pubbliche. E su questo fronte, la compagnia non ritiene che il piano da 44 miliardi di dollari del presidente Obama, per la costruzione di ponti, strade e vie di comunicazioni non è ritenuto sufficiente a rilanciare il mercato"

E proprio gli interrogativi sulla durata della recessione statunitense hanno indotto la compagnia a programmare la riduzione dei costi di produzione del 25 per cento. "Siamo stati falcidiati dall'andamento economico dell'ultimo trimestre 2008, con le industrie-chiave colpite dal rapido deteriorametno dell'economia globale - ha spiegato l'amministratore delegato Jim Owens - Ci aspettiamo che il 2009 sia il peggior anno dal punto di vista della crescita economica nel dopoguerra".

I profitti dell'ultimo quarto sono calati a 661 milioni di dollari, da 975 milioni. Le vendite sono cresciute di un modesto 6,4 per cento (12,9 miliardi di dollari), il che si deve in gran parte all'aumento dei prezzi e al consolidamento del ramo giapponese della compagnia.

L'economia si contrae in tutto il mondo occidentale, le esportazioni americane sono calate del 5,8 per cento a novembre, declinando per il quarto mese consecutivo. "Ci attendiamo il persistere delle condizioni di recessione in gran parte del mondo per tutto l'anno, con crescita nulla" - spiegano alla Caterpillar -. Il piano è un'integrazione di un programma di riduzione del personale già annunciato in precedenza, e include 5000 persone tra management e quadri.

Caterpillar inc. alla fine del 2008 dava lavoro a poco meno di 113 mila persone. Fondata nel 1925, la compagnia che produce i grandi scavatori gialli oggi marchiati con l'abbreviazione Cat, che si vendono in tutti i cantieri del mondo, è inserita nell'indice di borsa Dow Jones 30, che racchiude le 30 aziende di riferimento. La reazione a Wall Street è stata negativa, il titolo perde l'8 per cento.

Ma quello di Caterpillar è solo il caso più grande. In realtà oggi, come dice il Financial Times è stato il giorno dei licenziamenti: 60mila posti di lavoro bruciati. Oltre al colosso delle macchine di movimentazione la Pfizer ha annunciato la soppressione di 19.000 dipendenti dopo il matrimonio con Wyeth. Sprint Nextel e Home Depot hanno svelato riduzioni rispettivamente di 7.000 e 8.000 posti di lavoro. In Europa Ing ha paventato l'ipotesi di 7.000 tagli, mentre Philips di 6.000 unità. La britannica Corus ha svelato 3.500 tagli.

(26 gennaio 2009)

 

 

 

 

 

 

CLIMA

Il piano Ue per il dopo-Kyoto

30 miliardi all'anno entro il 2020

Tagli alle emissioni di CO2 e una "green economy" per i Paesi poveri. La proposta ignora alcune delle richieste del governo Berlusconi di ALBERTO D'ARGENIO

BRUXELLES - È nell'America di Barack Obama che l'Europa cerca un alleato per trascinare il mondo nella terza rivoluzione industriale, quella dell'economia a basse emissioni di anidride carbonica. E per farlo il Vecchio Continente si dice pronto a mettere mano al portafoglio: entro il 2020 le nazioni industrializzate potrebbe "auto-tassarsi" per dare al resto del globo 30 miliardi all'anno da investire in energia pulita. Soldi da usare anche per bloccare la deforestazione tropicale entro 20 anni.

La proposta Ue in vista del delicato vertice Onu di Copenaghen - in calendario a dicembre - è ambiziosa e ignora alcune richieste avanzate nei mesi scorsi dal governo Berlusconi. Nel documento che la Commissione Ue approverà mercoledì (dovrà poi venire confermato dai governi dei 27) si parte da quello che è ormai il dogma della comunità scientifica: per salvare il mondo da sconvolgimenti climatici e cataclismi è necessario limitare l'innalzamento della temperatura globale a 2 gradi rispetto all'era preindustriale (soglia che a questi ritmi sarà superata nel 2050). Per questo lo scorso dicembre, dopo anni di duri negoziati, l'Europa si è dotata di una strategia per limitare le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, seguito unilaterale al Protocollo di Kyoto i cui effetti scadono nel 2012. Forte di questo impegno, l'Unione si presenta nella veste di leader mondiale nel negoziato Onu chiamato a dare seguito a Kyoto, questa volta cercando di coinvolgere i grandi inquinatori a prendere impegni vincolanti sui tagli alle emissioni di CO2: Usa, Cina, India e gli altri paesi emergenti.

L'offerta europea conferma che in caso di accordo mondiale i 27 alzeranno il loro obiettivo di tagli per il prossimo decennio dal 20 al 30%, in barba alle richieste del governo italiano di stralciare questa promessa. Uno scatto, comunque, che arriverà solo se le altre economie industrializzate faranno uno sforzo paragonabile al nostro e se i principali paesi in via di sviluppo (India, Cina, Brasile e Sudafrica, per citarne alcuni), "limiteranno la crescita delle loro emissioni dal 15 al 30% rispetto al trend attuale". A queste economie si chiede anche di dimezzare la deforestazione tropicale entro il 2020 e di bloccarla entro il 2030.

Sforzi che richiederanno "molti soldi". E proprio i meccanismi su come finanziare la nuova Kyoto per i più poveri occupano buona parte delle 15 pagine della proposta negoziale Ue: i 27 raccomandano di portare gli investimenti globali nella green economy a 175 miliardi di euro all'anno nel 2020 (la metà da reperire nei paesi in via di sviluppo), di cui 30 miliardi destinati ad aiutare le nazioni più povere. Tra le fonti possibili di finanziamento c'è anche l'introduzione di un balzello per ogni tonnellata di C02 emessa dai paesi sviluppati, una vera e propria tassa che nel tempo crescerebbe da uno a tre euro con un reddito iniziale di 13 miliardi nel 2013 per arrivare ai 28 miliardi nel 2020.

"Con l'arrivo di Obama gli Stati Uniti hanno fatto del cambiamento climatico una priorità", scrive Bruxelles indicando la necessità di siglare "un partenariato" con Washington e la creazione di "un mercato del CO2 transatlantico". E già in settimana gli emissari di Bruxelles saranno Oltreoceano per mostrare il piano Ue agli uomini di Obama. Si punta dunque sull'appoggio americano per convincere i paesi in via di sviluppo ad accettare target vincolanti nel taglio delle CO2 (se non faranno nulla saranno in grado di "annullare" tutti gli sforzi delle nazioni industrializzate): in caso di fallimento allora saranno proprio i più poveri a subire gli effetti del cambiamento climatico e a pagare per rimediare al disastro.

(26 gennaio 2009

L'UNITA'

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2009-01-26

 

Obama, svolta ecologica: limiti sulle emissioni auto

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è pronto ad autorizzare gli Stati che lo auspicano a definire limiti più severi per le emissioni auto, oltre a fissare obiettivi di riduzione nei consumi più ambiziosi rispetto a quelli federali, per ridurre l'inquinamento atmosferico e arginare l'effetto serra.

Secondo il New York Times online, Obama chiederà all'Epa, l'equivalente del nostro ministero dell'ambiente, di autorizzare i 13 Stati che lo hanno chiesto nel 2007 - tra cui la California e la maggior parte di quelli del New England - ad imporre limiti più severi all'inquinamento delle auto. I provvedimenti di questo tipo sono osteggiati dall'industria dell'auto e il predecessore di Obama, George W. Bush, decisamente contrario anche lui, non aveva concesso alla California e agli altri Stati la necessaria esenzione dalle regole federali per varare i provvedimenti statali.

La misura, che è stata fortemente osteggiata dall'industria automobilistica, imporrà alle case automobilistiche di inziare a produrre e vendere auto meno inquinanti. Dal punto di vista politico, l'annuncio servirà ad Obama a rafforzare, in meno di una settimana, la sensazione di una netta svolta rispetto all'amministrazione Bush su tutte le principali politiche, sicurezza e politica estera - con il piano del ritiro dall'Iraq e l'ordine della chiusura di Guantanamo - politica interna - con l'abolizione della legge che vieta i finanziamenti alle Ong che promuovono l'aborto - ed ora sul fronte dell'ambiente.

Oltre allo sblocco della misura voluta dalla California - che è il mercato automobilistico più grande d'America - si prevede che Obama oggi chieda al dipartimento dei Trasporti di finalizzare velocemente i nuovi regolamenti con cui si dovrà imporre a livello nazionale alle case automobilistiche una maggiore efficienza delle auto. Regolamenti previsti dalla legge approvata nel 2007 che Bush però aveva deciso di non emettere.

26 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-26

Obama lancia il new deal "verde"

di Riccardo Barlaam

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26 giugno 2008

Obama mentre firma il decreto antinquinamento - AP fotoio

"È tempo per l'America di condurre la lotta ai cambiamenti climatici". Con queste parole il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato nuove misure per promuovere la produzione di automobili a bassa emissione, il risparmio energetico e l'utilizzo di energie rinnovabili. Per rilanciare l'economia e risparmiare almeno 2 miliardi di dollari l'anno. Così, a meno di una settimana dal giuramento, Obama parte da uno dei punti nodali del suo programma, con quello che è già stato ribattezzato "il new deal verde". E lo fa prendendo ancora una volta le distanze dalle politiche dell'amministrazione Bush.

Il presidente ha chiesto all'Environmental protection agency (l''Agenzia federale per la protezione ambientale Usa) di riconsiderare la richiesta avanzata dalla California e da altri 12 Stati riguardo l'imposizione di standard più severi sui gas di scarico delle automobili. Una richiesta bocciata nel dicembre 2007 da Bush.

. "E' necessario avere il coraggio di apportare i cambiamenti necessari", in modo che sia "la politica stessa degli Stati Uniti a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio prodotto all'estero", ha detto Obama.

La California vuole abbattere del 30% tra il 2009 e il 2016 le emissioni dei veicoli. Un obiettivo a cui le case automobilistiche finora si sono fortemente opposte. Quando l'Epa avrà ribaltato la precedente decisione - ma per la sentenza si dovrà attendere qualche mese - altri 12 Stati potranno imporre limiti più rigidi in fatto di emissioni di biossido di carbonio (Co2). Obama ha anche ordinato al Dipartimento dei Trasporti di emanare delle nuove direttive sui consumi massimi dei veicoli. E i produttori automobilistici dovranno cominciare a produrre e vendere auto e camion con un rapporto percorso/consumi il più alto possibile. Prevista anche una direttiva per portare gli edifici che ospitano le agenzie federali in linea con più efficienti standard d'efficienza energetica. La nuova amministrazione punta a risparmiare in consumi energetici qualcosa come due miliardi di dollari all'anno.

 

Il piano anti-crisi. il presidente torna a invocare una rapida approvazione del piano di stimolo all'economia da 825 miliardi di dollari: nella situazione in cui si trovano gli Stati Uniti, "non possiamo permetterci distrazioni o ritardi". E il governo deve agire con "un senso di urgenza" e con un "obiettivo comune" nei confronti di "ogni cittadino".

Quindi, in un riferimento all'ultima ondata di licenziamenti annunciata nelle ultime ore da varie società americane, Obama ha rivolto un pensiero a tutti quegli uomini e a tutte quelle donne rimasti senza lavoro dei quali "vengono interrotti i sogni e le cui famiglie vengono sconvolte".

 

 

 

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2009-01-20

http://www.avvenire.it

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http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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2009-01-20

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

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http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

 

 

 

 

 

 

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2009-01-20

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

http://www.gazzetta.it/

http://www.corrieredellosport.it/

http://www.wallstreetitalia.com/

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2009-01-20

http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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